Sono più le buche che l’asfalto, figurarsi se dovessero allargarla come si sta discutendo in questi giorni. Camminare lungo la strada provinciale 5, meglio nota come la ex 159 delle saline, è diventata un’impresa e lo sanno bene i contadini che coi loro motocarri hanno perso più meloni di quanti ne siano arrivati a destinazione. Il motivo è molto semplice: sulla tratta Margherita di Savoia – Torre Petra ci sono non dei semplici cedimenti dell’asfalto ma delle buche profonde anche 10 centimetri e la larghe 1 metro. E non sono misure casuali o prese a occhio. Sui tavoli della provincia Barletta-Andria-Trani si sta discutendo il progetto di allargamento della strada in modo da tagliare le curve e ridurre il numero degli incidenti. Una misura certamente fondamentale per la sicurezza dei cittadini, anche se facendo una proporzione logica, verrebbe da chiedersi come la Bat possa prendersi cura di un tratto di asfalto che sarà due volte più grande se già la stradina che c’è oggi ha più buchi di un formaggio svizzero e non che il sotto il capitolo della sicurezza sia il massimo.

Insomma, in questo caso un problema tira l’altro in quanto il manto stradale in quelle condizioni non solo è un suicidio per le sospensioni delle auto, ma è anche pericoloso perché dai mezzi da lavoro con l’urto delle ruote cadono meloni, pomodori, intere casse di verdura che rendono l’asfalto scivoloso come una saponetta e rischiano di colpire in pieno le auto che li precedono. Per i mezzi a 2 ruote poi la sicurezza sulla Sp5 è qualcosa di astratto: basti solo pensare a cosa accadrebbe se una moto con una velocità di 50-60 chilometri orari, giusto per rimanere nei limiti, inciampasse con la proprio ruota in una buca di 10 centimetri. Dopo tanto discutere fra il presidente facente funzioni, Giuseppe Corrado, l’ingegnere della Bat, Mario Maggio, e tutte le forze politiche, i cittadini dovrebbero avere le loro risposte.