È stata contestata la cifra e non che ci fosse un debito. Il tensostastico comunale ha chiuso le porte, o meglio da ieri sera i vigili hanno requisito gli spogliatoi, mentre nella tensostruttura potrà accedere solo la società Salinis per altri 10 giorni, giusto il tempo di portare via le ultime cose. A Margherita di Savoia ciò che restava del calcio, adesso non esiste più. Anche perché c’è il pericolo che quella struttura venga adibita a punto di accoglienza per immigrati o sfrattati, considerato che la prefettura della Bat ha già bussato di recente alle porte del comune. Il tensostastico era stato dato in gestione nel 2013 alla club rosanero, che milita in serie A calcio a 5, secondo questi accordi: la società avrebbe dovuto pagato le utenze, mentre le spese del canone sarebbe state calcolate in base agli interventi fatti sulla struttura. Insomma, su acqua, luce e gas chiaramente non si sarebbe potuto fare nessuno sconto, invece i soldi dai versare nelle casse comunali come canone sarebbero dovuti essere scalanti gli interventi fatti dalla Salinis su una struttura considerata fatiscente. «Ci sono stati addebitati dei costi allucinanti – afferma il presidente Salvatore Forte – senza avere nessun riscontro. In un anno abbiamo cercato tante volte di fare una transazione col comune, ma ormai l’intenzione dell’amministrazione era quella di cessare la concessione. Io non trovo altra spiegazione. In una transazione le due parti si vengono in contro, soprattutto se si tratta di un gruppo come il nostro che svolge attività sociale».

Tutto si gioca sulle somme. Il comune ha riconosciuto alla Salinis un debito di 30mila euro, mentre la società afferma di averne accumulati la metà che per cercare di chiudere la trattativa Forte ha fatto salire a 18mila euro. «Noi – conclude il presidente – abbiamo sempre dichiarato di voler pagare, ma non conoscevamo i costi. Adesso, venuti a conoscenza della cifra, ci siamo resi conto che non erano attribuibili a noi e che non ci riconoscevano dei lavori evidenti fatti sulla struttura». Insomma, la società rosanero in questo ultimo anno ha sempre espresso la volontà di pagare, ma il giusto basato sulle varie bollette, cosa che il comune non ha mai fatto, in quanto i contatori del tensostatico e quelli del campo comunale confinate sono gli stessi. Addirittura Forte aveva proposto di dare 6mila euro subito e il restante a scaglioni di mille euro al mese fino a maggio del prossimo anno. Nel frattempo la Salinis dava disposizioni al comune di poter far entrare altre squadre nel campo e far utilizzare il materiale acquistato dalla società. In pratica tutto ciò che era dei rosanero è come se restasse al comune. Però, per fare una transazione serve il consenso di entrambe le parti, così non è stato e adesso la tensostruttura è un posto che non esiste più.