«Una scelta condivisa da tutti i sindaci e compresa dalla maggior parte dei consiglieri». Queste le prime parole del neo eletto presidente della provincia Barletta-Andria-Trani Nicola Giorgino. Le urne hanno dato l’esito facilmente previsto alla vigilia: il sindaco andriese occupa lo scranno più alto, al suo fianco ci sono il sindaco di Trani, Amedeo Bottaro, e quello di Bisceglie, Francesco Spina, come vice. Le votazioni sono state chiuse alle 20 con un totale di 172 voti rispetto ai 226 previsti, cifre pari al 76 percento degli aventi diritto (cioè sindaci e consiglieri comunali). I colori delle schede sono stati 4 in base alla densità delle città della Bat. In 19 al voto per la scheda grigia riferita ai comuni di Minervino e Spinazzola, con una scheda nulla con su scritto “no” in senso di protesta verso l’accordo dei sindaci. Per le schede rosse, Margherita di Savoia, Trinitapoli e San Ferdinando di Puglia, sono stati 41 i votanti con 4 schede bianche. Per le schede verdi, relative ai comuni di Barletta, Trani, Canosa e Bisceglie, in 90 al voto con ben 18 schede bianche e 3 nulle. Chiaro anche in questo caso il dissenso di diversi consiglieri comunali che non hanno appoggiato l’accordo. Per la città di Andria, infine, alle urne sono giunti in 20 rispetto ai 32 aventi diritto con 2 schede bianche.

Per le preferenze riservate all’elezione dei consiglieri provinciali le schede grigie hanno visto Lalla Mancini, sindaco di Minervino, prendere 9 preferenze rispetto alle 8 di Michele Patruno sindaco di Spinazzola. Le schede rosse, invece, 17 voti per Francesco Di Feo, sindaco di Trinitapoli, 8 per Paolo Marrano, sindaco di Margherita, e 7 per Michele Lamacchia, sindaco di San Ferdinando. Per le verdi 15 sono stati i voti per Amedeo Bottaro, 14 i voti per Pasquale Cascella, sindaco di Barletta, 13 per Ernesto La Silva, sindaco Canosa, e 33 per Francesco Spina. «Siamo in un momento di transizione istituzionale – ha affermato Giorgino – e i sindaci hanno scelto responsabilmente di assumersi una nuova importante responsabilità per traghettare questo ente di secondo livello verso una maggiore chiarezza istituzionale. Incombe il referendum che ci farà comprendere se la Provincia resterà com’è, con una necessaria maggiore chiarezza del Governo, o se i comuni dovranno creare in modo definitivo l’Unione dei Comuni».