Un’eccellenza solo di fato perché nel mondo ancora non la conoscono. La cipolla bianca di Margherita di Savoia ormai è marchiata igp da tempo ma sul mercato pare che a pochi importi se il prodotto salinaro abbia avuto questo riconoscimento perché ricco di sostanza nutrienti, in quanto coltivato in una striscia di sabbia fra il mare e saline. Addirittura secondo Lorenzo Piazzolla, dirigente provinciale di CoR ed esperto del settore perché è un contadino, sono più vendute le cipolle importate dal mercato estero rispetto a quelle locali. «Ad autunno inoltrato – ha affermato il dirigente – inizia il trapianto della cipolla bianca igp. Un prodotto di grandissima qualità con ottimi valori organolettici, ma non gode di un grande riconoscimento sul mercato. Questo aspetto è dovuto alla scarsa pubblicità che viene fatta per promuovere una delle eccellenze della nostra terra, tanto da spingere i consumatori ad acquistare cipolle prodotte in Marocco o in altre aree che non consentono alla pianta di raggiungere i livelli nutrizionali di quella salinara».

Insomma, Margherita di Savoia ha un prodotto che non solo è buono da mangiare in tantissime ricette, ma è anche un’arte piantarlo e coltivarlo. Il processo è molto faticoso, perché prevede una prima semina, un trapianto dei germogli che sono molto delicati e quindi non devono subire traumi altrimenti la cipolla non nasce più, poi c’è la fase di raccolta in ginocchio nella sabbia. «L’iniziativa di pubblicizzare il prodotto – ha concluso Piazzolla – è stata data ai singoli imprenditori ed è ancora molto di nicchia. Invece, l’iniziativa di pubblicizzare la cipolla bianca salinara deve decollare con l’aiuto di tutte le istituzioni, le forze politiche e dei finanziamenti finalizzati a questo scopo». Altro che prodotto importato, l’unica cipolla da fare al forno è quella bianca igp di Margherita di Savoia.