Un nuovo tipo di povertà meno grave rispetto al passato, ma in grando di mettere in ginocchio una famiglia intera. Un’emergenza sociale, su questo non c’è dubbio, che certamente non può essere risolta solo dai cittadini stessi, ma un grande mano nessuno vista di darsela. Ed è quello che è successo a Margherita di Savoia, dove i piccoli imprenditori iscritti all’Asba (associazione degli stabilimenti balneari) e quindi gestori dei lidi, in collaborazione con la Caritas cittadina, l’Unitalsi e il Volontariato Vincenziano, hanno fornito dei viveri da donare alle famiglie meno abbienti. «I nuovi poveri – ha affermato Antonio Della, presidente nazionale Unitalsi – sono tutte quelle famiglie che hanno scoperto l’insufficienza delle proprie entrate e sono costretti ogni mese a rincorrere il pagamento delle bollette, del vestiario e di tutto ciò che prima riuscivano a fare con tranquillità, aggravando sempre più la propria condizione. Quindi, nuclei familiari che hanno vissuto abbastanza bene in questi anni e all’improvviso non ce l’hanno fatta più. È una situazione particolare che in una città come questa non è molto conosciuta, ma è molto nota agli operatori di Caritas, Unitalsi e Volontariato Vincenziano che sanno cosa vuol dire dover integrare le disponibilità di tante famiglie».

Insomma restando al contesto sociale di Margherita di Savoia, secondo gli addetti ai lavori c’è una differenza fra: «La povertà del passato – ha continuato Diella – che era causata da un’assenza totale di tutto, mentre la nuova povertà riguarda le famiglie che hanno bisogno di qualcosa da integrare, mangari anche tanto, per vivere dignitosamente». I viveri raccolti sono stati distribuiti alle parrocchie della città e hanno rappresentato davvero un gesto di generosità fatto di olio, scatolame, detersivi, biscotti e ogni alimento in grande quantità. «Tutte le disponibilità che abbiamo – ha concluso Duella – servono per andare incontro a questo genere di necessità. Le raccolte di alimenti servono per integrare le esigenze di una famiglia e arrivare a fine mese e per dare a chi è nel bisogno cose che magari possono sfuggire a un visione normale: se manca l’olio, per esempio, cosa si cucina? Con una disponibilità di olio che arriva dalla Caritas, dall’Unitalsi e dal Volontariato si riesce a dare una mano. È certo che non riusciamo a provvedere a tutto il farbisogno che c’è, ma non possiamo neanche tirarci indietro dicendo di non potercela fare. Ce la dobbiamo fare. Più gli enti preposti danno e più hanno. Non si può avere un deposito pieno e non si deve avere un deposito pieno. Si deve dare e quando si dà, il deposito non si svuota mai grazie alla generosità delle persone, la voglia di collaborare di tanti sconosciuti che non fanno mai mancare qualcosa da poter dare».