Il mare come risorsa naturale ed economica. Ci sono posti in cui se dovesse sparire il mare, sparirebbe una città intera. Questo è il caso di Margherita di Savoia, cittadina in cui tutto gira intorno all’immensità di acqua salata dell’Adriatico: pesca, saline, cure termali, balneazione (non a caso è definita la capitale pugliese della balneazione attrezzata), agricoltura con la biodiversità che il mare e la sabbia donano alle colture. A pensare che addirittura c’è stato un periodo in cui il mare non veniva sfruttato come attrazione turistica. A chiarirlo è un esperto di mare e turismo Antonio Capacchione, vicepresidente nazionale del Sindacato Italiano Balneari (Sib) e vicepresidente dell’associazione Balneari di Margherita di Savoia (Asba), in un incontro a tema tenuto a Trani. «La villeggiatura – ha affermato Capacchione – veniva fatta, da chi poteva permetterselo, all’interno del territorio e non a ridosso delle spiagge. Infatti le ville baronali sono sorte nell’entroterra. La balneazione si è sviluppata all’inizio del ‘900 ed è diventata la nostra attrazione turistica principale».

Insomma il mare è sia una risorsa che un bene, ma va custodito. «Per il mare – ha continuato il vicepresidente – c’è ancora tanto da fare: protezione della costa e salvaguardia della qualità della balneazione. Gli imprenditori fanno la loro parte. Molto, però, dipende dalla pubblica amministrazione che deve intervenire per difendere la costa e il mare. A Margherita sta per iniziare la stagione balneare e sarà molto importante avere delle condizioni meteorologiche favorevoli. La Puglia, ormai, è una meta turistica di livello non solo nazionale ma anche internazionale. Speriamo che questa sia una stagione col segno positivo».