Pubblichiamo con molto piacere un pezzo scritto da una mamma e collaboratrice Caritas che, dopo aver perso il proprio figlio per un tumore, ha scelto di impegnarsi nell’associazione Agape. Questo gruppo di volontari svolge un compito molto serio: donare un sorriso ai bambini della pediatria oncologica di San Giovanni Rotondo. E dare un sorriso a un bambino che soffre è uno dei compiti più seri che esista. Un’esperienza a cui, mercoledì 26 aprile, ha partecipato il gruppo giovanissimi della parrocchia Santissimo Salvatore col parroco don Matteo Martire. I ragazzi, coordinati dalla docente Sabrina Damato, hanno fatto vivere un pomeriggio festoso ai piccolo pazienti del reparto oncologico.

«Trambusto di chitarre, tastiera, fili, tamburelli, parrucche, occhialoni: tutto è pronto, comincia lo spettacolo. E d’incanto non si vedono più mascherine, tubi e tubicini delle terapie, ma solo sorrisi; mani che si agitano nell’aria; passi che si muovono a suon di musica; palloncini a forma di cuore, di fiore e di spada che svolazzano di qua e di là. È  la magia che si è creata grazie al gruppo dei ragazzi post-cresima della parrocchia Santissimo Salvatore di Margherita di Savoia. Bravi e dolcissimi questi ragazzi, che, dinanzi ad un pubblico di bambini e giovani pazienti, hanno saputo vincere imbarazzo e ansia, regalando allegria e spensieratezza. Bravi, perché hanno saputo emozionare con la spontaneità e la tenerezza che solo il cuore può donare. Bravi, perché hanno confezionato,  e regalato a tutti i presenti, dei deliziosi braccialetti lasciando così un ricordo tangibile della loro presenza. Ringrazio questa adorabile allegra brigata, i catechisti, le animatrici, don Matteo Martire, in quanto oggi hanno colorato ed animato il reparto coinvolgendo tutti. Ricchi di conforto spirituale e solidarietà umana, inoltre, i momenti dedicati da don Matteo a visitare i bambini e i genitori impediti ad uscire dalle loro stanze, perché le cagionevoli condizioni di salute non permettevano di assistere allo spettacolo. E sono sicura che i giovanissimi protagonisti dell’intrattenimento musicale, dopo questa esperienza, apprezzeranno ulteriormente ogni istante della vita, anche quando sembra ti dia poco o niente, quando il dolore rischia di diventare angoscia e disperazione.

Donare un po’ del proprio tempo e delle proprie risorse a chi vive momenti difficili in ospedale, può aiutare a non sentire il peso della solitudine, a sorridere nella sofferenza, a cancellare il grigiore della malattia per accendere i colori dell’arcobaleno. Ed è bello pensare che quei bambini e quegli adolescenti, stanotte, nelle loro stanze di ospedale, canticchieranno qualche ritornello, ripeteranno qualche passo di danza, porteranno nei loro sogni l’allegria che si è creata divertendoci tutti insieme. È solo questo che può spingere una madre ‘ amputata ‘ del proprio figlio a tornare nel luogo del dolore: la consapevolezza che la condividere, sorridere, distrarsi, cantare, giocare, possono lenire il malessere di chi, in tenere età, è costretto ad una lunga degenza ospedaliera. Appena terminato lo spettacolo, i ragazzi del post-cresima mi hanno chiesto con entusiasmo: “Quando torniamo? Vogliamo fare un altro spettacolo!“. Quasi contemporaneamente i responsabili del reparto mi hanno detto: “ Tornate, vi aspettiamo!”. E allora, ai nostri piccoli del reparto di oncologia ed ematologia non ci resta che dire: “A presto!“».