Una corona di fiori in mare deposta da papà Angelo e una preghiera fatta sulla stessa spiaggia che era stata scelta per trascorrere un pomeriggio con la fidanzata e i cugini. Il giovane, però, in quel punto è annegato e i familiari chiedono: «Giustia per il nostro ragazzo», come ha affermato la sorella Carmela. Vincenzo Intana aveva 23 anni ed era originario di Rapolla, in provincia di Potenza. Lo scorso 5 luglio ha perso la vita lungo il litorale di Margherita di Savoia senza che nessuno si accorgesse in tempo che il giovane fosse in pericolo. La testimonianza è arrivata da Gerardo Carasolo, cugino di Vincenzo, che era presente nel momento in cui si consumava la tragedia. «Sono entrato in mare e ho visto mio cugino che gridava aiuto e agitava le braccia. Non sapevo come aiutarlo. Dopo un po’ sono arrivati i bagnini, ma non c’era più nulla da fare».

Secondo una prima ricostruzione, il giovane si sarebbe tuffato oltre la fetta di mare controllata dagli assistenti di salvataggio, per la precisione all’altezza della spiaggia libera, e lì sarebbe annegato per poi essere trasportato a riva dalla corrente dopo circa 500 metri. Per i parenti, invece, questa versione non è convincente e credono che non sia stato fatto abbastanza per poterlo salvare.