Tre stanze buie e tappezzate di teli neri, sulle pareti foderate sono appesi i ritratti di alcune donne dal collo affusolato e il volto allungato. Non sono quadri comuni, ma proiezioni su led di opere dipinte con pitture a olio su tela. Non siamo al museo civico Giovanni Fattori di Livorno o alla pinacoteca di Brera a Milano, ma nel palazzo dell’ex Comuna a Margherita di Savoia dove dal 5 al 31 agosto si terrà la “Modigliani Experience”, una mostra in cui saranno esposte le riproduzioni delle opere di Amedeo Modigliani, pittore e sculture livornese vissuto fra il 1884 e il 1920, personaggio di spicco della cultura italiana nel mondo. I suoi dipinti sono sparsi fra collezioni private e musei del calibro del “Museè des Beaux-Arts di Saint-Lô in Francia, “National Gallery of Art” di Waschington negli Stati Uniti d’America, “Tate Gallery” di Londra in Inghilterra e “Museo d’arte di San Paolo” a San Paolo in Brasile. È semplice dedurre come l’opportunità offerta dalla cittadina ofantina sia una di quelle che gli appassionati d’arte non possono farsi sfuggire. Chiaro, non si tratta delle opere vere, ma questo sistema potrà permettere ai giovani di avvicinarsi per ammirare i dettagli, scattare foto col flash e soprattutto cibarsi di arte senza spendere un centesimo, perché la mostra è gratuita.

Appena si entra nell’atrio dell’ex Comune ci sono due tende nere, come un sipario che immerge il visitatore in un ambiente buio e silenzioso, dove le uniche voci sono quelle che risuonano nelle mente di chi osserva e le uniche luci sono quelle dei quadri luminosi, come se tracciassero un percorso da seguire. Modigliani le donne che ha dipinto, le ha conosciute. Con alcune di esse ha avuto anche una storia, come per esempio Beatrice Hastings, la giornalista inglese dipinta con un abito nero, un cappello e i tratti di una donna matura. Poi ci sono anche Simone Thiroux studente canadese raffigurata seduta con una giacca marrone, Lunja Czechowska donna già sposata e dall’amore impossibile, Jeanne Hébuterne modella raffigurata in molti suoi dipinti. Nella mostra ci sono anche Jeanne Hébuterne con cappello, la signora col dito sotto mento un in testa un grande cappello, opera posseduta da un collezionista in Giappone; il ritratto di Elena Pavlowski e tanti altri pezzi della sua collezione diventata celebre e costosa dopo la sua morta, come capita a molti artisti. Celebri sono anche i nudi di Modigliani, opere che nei primi del ‘900 non sono stati molto apprezzati per via della mentalità chiusa del tempo. Basti pensare che nel 1917 fu costretto dal capo della Polizia Francese a chiudere la sua prima mostra appena aperta nella Berthe Weill di Parigi. Un nudo su tutti esposto a Margherita è il “Grande nudo disteso” che ritrae una modella dalla pelle chiara stesa su uno sfonda più scuro, con seno e parti intime in vista.