Una tradizione che si rinnova ogni anno in ricordo dei primi salinari che diedero avvio al primo nucleo abitativo di Margherita di Savoia. Orientativamente ci troviamo nell’Ottocento e la zona è quella di Torre Petra, a due passi da foce Aloisa al confine con Zapponeta. Qui tuttora sorge la chiesetta di San Michele costruita dai lavoratori di un tempo della Salina con tufi, cemento e travi di legno, un po’ come si faceva con le casette di campagna, in cui svolgere le funzioni religiose per chi abitava nel villaggio dei salinieri. Una cappella che da quest’anno il Comune ha affidato sotto la giurisdizione della parrocchia Ausiliatrice di Punto Pagliaio. «Una festa che unisce tutti gli agricoltori – afferma il parroco don Michele Schiavone -. Quest’anno vogliamo rivolgere una preghiera a San Michele in onore dei nostri contadini affinché la terra porti i suoi frutti e le condizioni climatiche non danneggino i raccolti».

I più anziani affermano che la messa celebrata davanti alla cappella di San Michele sia una delle poche tradizioni rimaste intatte nel tempo. Non è mancato nulla. Dopo la messa il battitore, come si faceva anni fa, ha assegnato all’asta il compito di portare la statua del santo in processione. Il procedimento è questo: un contadino, che ormai da tempo immemore ha questo compito, sale su un banchetto e raccoglie le offerte delle famiglie contadine che partecipano all’asta. Chi punta di più, vince. Quest’anno ha vinto la famiglia Daloiso con una puntata di 450 euro. E sono stati loro a portare a spalla la statua fino al ponte di foce Aloisa prima e verso zona Orno dopo, per benedire i campi e le saline, accompagnati da anziane signore che cantavano un inno composto da parole inventate al momento.