«Vi dico di non aspettarvi particolare eccellenza della parola o della sapienza!». Si è presentato così il vescovo Leonardo D’Ascenzo alla sua diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie. Alla cerimonia di immissione canonica erano presenti i sindaci Paolo Marrano, Francesco di Feo e Salvatore Puttilli che in cattedrale hanno rappresentato rispettivamente le tre città del territorio Ofantino: Margherita di Savoia, Trinitapoli e San Ferdinando di Puglia. Sua eccellenza è alla prima esperienza da vescovo, infatti all’inizio del rito sacro ha baciato la croce in legno che prima di lui hanno baciato altri vescovi che hanno iniziato la vita episcopale a Trani. «Sono consapevole dei miei limiti e fragilità – ha sottolineato durante l’omelia -, timori e trepidazioni per questo chiedo al Signore di servirsi di me perché, attraverso il sostegno forte suo Spirito, possa essere capace di portare le sue parole». D’Ascenzo ha affermato di desiderare una chiesa «profetica cioè portatrice della parola del signore e di nessun altra divinità», che comprenda quanto sia a «immagine e somiglianza di Dio, realtà preziosa ai suoi occhi, figli di Dio, battezzati, costituiti per grazia sacerdoti, re e profeti».

Dopo la morte del vescovo Giovanni Battista Pichierri, avvenuta lo scorso 26 luglio per cause naturali, per 6 mesi la diocesi è stata retta dal monsigonr Giuseppe Pavone, ex vicario generale e parroco della Madonna del Loreto a Trinitapoli, con un gruppo di sacerdoti fra cui don Mimmo Marrone parroco della chiesa di San Ferdinando Re a San Ferdinando e don Matteo Martire parroco del Santissimo Salvatore a Margherita. D’Ascenzio ha 56 anni ed è originario di Valmontone, comune di Roma. Sacerdote dall’età di 25 anni, vescovo dallo scorso 14 gennaio per mano di Papa Francesco. Il suo ministero è stato speso principalmente nella pastorale delle vocazionale come rettore del Pontificio Collegio Leoniano di Anagni. Il suo motto è “Messis quidem multa” (La messe è molta), tratto dal vangelo di Luca. Il suo stemma è formato da un fascio di grano in basso che richiama la cura delle vocazioni in Puglia, definita “granaio d’Italia”, le colline al centro richiamano la sua città natale, mentre le due stelle si riferiscono la più grande a Gesù, la piccola a sua eccellenza. La prima visita ufficiale D’Ascenzo ha voluto che si svolgesse presso il dormitorio della Caritas e il centro di accoglienza per le donne immigrate, in segno di attenzione verso i più deboli. Prima della celebrazione in cattedrale ha salutato le autorità, il prefetto della provincia di Barletta-Andria-Trani Maria Antonietta Cerniglia, il presidente della Bat Nicola Giorgino, il sindaco di Trani Amedeo Bottaro e tutti i sindaci delle città della diocesi presenti alla cerimonia. A loro ha ricordato la figura di un collega, il sindaco santo di Firenze Giorgio La Pira che affermava: «Siamo tutti samaritani. Bisogna scendere ogni giorno da Gerusalemme a Gerico». Come un monito a rivolgere la propria azione amministrativa verso gli ultimi. «Sia il sacerdozio che la politica – ha sottolineato il vescovo – hanno come obbiettivo il servizio alla comunità, verso il bene comune, i poveri, gli anziani e i malati».