Residui argillo-siltosi di origine lagunare, in altre parole zolle di terreno di colore viola, grigio e turchese. Il sottosuolo dell’agro di Margherita di Savoia è una miniera naturale di fertilità per i prodotti coltivati. Per l’esattezza ci troviamo a Sud ovest dal centro abitato, nei terreni di Zona Ischia al foglio 25, poco distanti dal cimitero, a ridosso del confine con Trinitapoli. In seguito a dei carotaggi effettuati dai contadini della zona a circa 4 metri di profondità per analizzare il terreno, sono emerse zolle argillose di colore insolito da queste parti. Analizzate da una geologa è emerso che queste siano la testimonianza storica dell’esistenza dei controfanti.

Con la bonifica integrale operata dallo Stato durante il Fascismo nel 1928, l’Ofanto fu dotato di due controfanti, cioè due canali in cui sfociava l’acqua del fiume quando esondava, in modo da non allagare i campi. I due canali si trovavano uno nei terreni in questione, l’altro poco più distante in agro di Trinitapoli. Anche se dei controfanti restano solo il ricordo nella mente dei più esperti, le sostanze fertilizzanti lasciate dall’acqua dell’Aufidus nel sottosuolo salinaro sono una ricchezza unica per gli alberi di ulivo o da frutta e per i vigneti piantati in quel punto.