Potrebbe ampliarsi il fascicolo d’inchiesta sulla morte del 56enne Nicola Delvecchio, tecnico dell’italgas, originario di Margherita di Savoia, che perse la vita in un’esplosione il 25 aprile del 2015 a Barletta mentre interveniva su una fuga di gas in via Milano. Gli eredi della vittima, che si sono costituito parte civile, ha richiesto un supplemento di indagini per capire cosa sia accaduto quel giorno. Lo hanno fatto attraverso il loro legale nel corso dell’udienza preliminare fissata per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Michele Di Gioia e Giuseppe Caforio, rispettivamente legale rappresentante della Siret e responsabile del servizio prevenzione e protezione della stessa azienda, accusati di cooperazione in omicidio colposo. L’udienza preliminare è stata aggiornata al prossimo 24 settembre. In precedenza avevano già patteggiato una condanna di due anni di reclusione, pena sospesa, Massimo Marini e Antonio Pitardi, due operai di San Severo che lavoravano per la Siret, impresa subappaltatrice di lavori affidati alla Telecom per la realizzazione di una rete in rame e in fibra ottica in città.

Secondo l’accusa gli operai, senza essere in possesso della planimetria dei servizi esistenti nel cantiere, per consentire il passaggio dei cavi perforarono al di sotto del manto stradale a una quota inferiore a quella prevista, danneggiando anche la condotta del gas. Fuoriuscito da una rottura nell’impianto fognario, il gas avrebbe reso saturo il salone di un parrucchiere vicino, tanto da provocare una forte esplosione. L’onda d’urto scaraventò all’esterno le ante in ferro della porta del locale, colpendo a morte Delvecchio. Quel giorno rimasero ferite altre tre persone, cioè un collega della vittima, il comandante dei vigili urbani e un vigile del fuoco intervenuti sul posto.