Il modellino di una moto da corsa, dal valore non certo economico ma affettivo, portata via dalla lapide di un giovane motociclista. Cimitero di Margherita di Savoia, Giampaolo Caccavallo è seppellito qui da tre anni, stroncato da una disfunzione del fegato quando ancora ne aveva 16. In città lo ricordano per la sua grande passione per le moto. La sua vita l’ha trascorsa nei circuiti della moto 3 rincorrendo il sogno di diventare un professionista come il suo mito Valentino Rossi. I genitori non sanno chi sia stato né hanno voluto crearne un caso, semplicemente chiedono che un gesto simile non venga più compiuto. Sulla lapide mamma Angela e papà Francesco hanno scelto di esporre alcuni oggetti a cui Giampaolo era particolarmente legato: un piccolo casco e due moto riprodotte in scala. L’altra mattina Angela mentre puliva la lapide del figlio, come una mamma che mette ordine nella stanza del proprio ragazzo, ha notato che mancava una motoretta. Qualcuno l’ha portata via. Considerata la posizione della lapide, dev’essere stata persona abbastanza alta. Ma il punto non è capire chi possa avere compiuto un gesto simile, ma il gesto in sé.

Nel cimitero di Margherita non è certo la prima volta che le mamme lamentano lo smarrimento di oggetti ornamentali dalle tombe dei propri ragazzi. Qualche anno fa, solo per fare una esempio, dalla cappella di un giovane con la passione per il calcio sono stati portati via una statuetta della Madonna e un pallone in vetro. «Non crediamo si tratti di un bambino – ha sottolineato mamma Angela -, più probabile un adulto che per un motivo sconosciuto ha pensato di portala via. A noi genitori piace pensare che se la motoretta sia finita nella mani di un coetaneo di mio figlio, almeno ne abbia cura come ne ha avuta lui».