La tela del Santissimo Salvatore ha lasciato Margherita di Savoia. Il motivo è un intervento di restauro necessario per donare ai colori del dipinto la luminosità di un tempo e chiarezza alle forme oscurate negli anni dalle vecchie luci a neon ormai sostitute dalle luci a led. Il “cuore di tutti i salinari”, come lo ha definito il parroco don Matteo Martire, è stato affidato nelle mani del Laboratorio diocesano di restauro di Trani del professore Cosimo Cilli, chiaramente con tanto di permessi dell’Ufficio diocesano per i beni culturali e della Sopraintendenza di Bari. Il professore è un professionista di fiducia, con la sua équipe ha già restaurato il mezzo busto in cartapesta dell’Ecce Homo e la tela del 1700 raffigurante l’Immacolata. La tela del protettore della città tornerà nella sua nicchia il prossimo 27 luglio. In 2 mesi di lavoro Cristo alla colonna riavrà gli stessi splendori del 16° secolo, periodo in cui è datato il dipinto. I salinari stanno vivendo una tappa storica, perché è stato mandato al restauro il pezzo più prezioso che ci sia a Margherita e che supera ogni tipo di valore economico. «U Sandíseme», come lo chiamano in dialetto da queste parti, è la terza volta in 260 anni di storia della parrocchia che lascia la città: la prima volta è stata il 2 agosto del 1989 per il primo e radicale restauro, la seconda volta nel 2007 dal 5 al 6 giungno per l’udienza generale a piazza San Pietro a Roma da papa Benedetto XVI in occasione del giubileo per i 250 dell’istituzione della prima parrocchia.

I salinari, almeno chi di loro ci crede, si sentono un po’ orfani del loro protettore e davanti alla tela sigillata dal restauratore in una teca per il trasporto, ripetevano: «Tornerà, tornerà. Certo che tornerà». Il saluto è stato di quelli che una comunità riserva solo alle autorità. Dopo la messa c’è stata una processione fino a piazza Marconi dove, oltre al bacio dei fedeli, è avvenuto un gesto che lascerà traccia di questa tappa storica nei secoli: don Matteo ha letto un verbale di consegna timbrato che è stato firmato da lui, dal sindaco Paolo Marranno e da Cilli. Di questo verbale ci sono tre copie: una è conservata negli archivi della Curia, una negli archivi della Chiesa e l’altra negli archivi del Comune. Un restauro che costa 4mila euro e a cui chi desidera è chiamato a partecipare, perché non si tratta solo di un articolo religioso, ma racchiude tutta la storia di Margherita di Savoia, simbolo della tradizione Salinara, oltre a essere di una bellezza artista straordinaria. «Vivremo questi due mese – ha affermato don Matteo – come un particolare “Avvento”, come un tempo di attesa del ritorno del Signore. Questo distacco “forzato” ma “necessario” dal Santissimo Salvatore si trasformerà in una esplosione di gioia alla vigilia dell’inizio della novena in suo onore, quando potremo accogliere trionfante la Sacra Icona nella nostra città, rivedere e contemplare la bellezza del suo dolce Volto “trasfigurato” dalla luce del restauro».