«Un’esperienza coraggiosa» ha definito il “Pranzo dell’amicizia” don Matteo Martire, parroco della chiesa madre del Santissimo Salvatore di Margherita di Savoia, che con suoi collaboratori ha voluto fare un gesto concreto di solidarietà nei confronti dei meno abbienti, definiti «i primi destinatari del nostro servizio ministeriale». Il modello seguito è stato quello della Comunità di Sant’Egidio. Nella navata laterale della chiesa sono stati tolti i banchi e al loro posto è stata allestita una grande tavolata a ferro di cavallo apparecchiata per oltre 50 commensali. Il pranzo era quello delle grandi occasioni. La gara di solidarietà, «che – ha sottolineato il parroco – ha visto un grande slancio di generosità sia all’interno della comunità parrocchiale che cittadina», ha portato più dei frutti sperati fra alimenti donati e contributi economici. Durante il pranzo si aggiungevano sempre più persone e nessuno dei commensali è rimasto digiuno. La maggior parte erano famiglie con bambini. Il menù era simile a quello scelto per il pranzo offerto da Papa Francesco a 1.500 poveri nell’Aula Paolo VI in Vaticano, con antipasto, primo, secondo e contorno, frutta e dolci. A servire ai tavoli c’erano i volontari del gruppo Caritas, i catechisti, il Terz’ordine Francescano e gli animatori della liturgia.

«La nostra comunità – ha affermato don Matteo – ha desiderato non solo pregare con tutti i nostri fratelli che già seguiamo ordinariamente, ma anche organizzare un momento di convivialità col pranzo vissuto all’interno della chiesa madre. Abbiamo seguito il monito di Papa Francesco che ci ha spronati ad amare i fatti e non le parole in questa prima Giornata Mondiale dei Poveri. Noi siamo sempre aperti a servire gli ultimi. Sono i poveri che ci accoglieranno in paradiso».