È un rito che, ormai da diversi anni, unisce fede, storia, cultura e devozione. Il legame di una comunità, quella salinara, con le proprie radici, sinonimo di culto e tradizione. È la rievocazione dello Sbarco del Santissimo, organizzata dall’associazione Terra Salis, in occasione dei festeggiamenti in onore del Santissimo Salvatore, Patrono di Margherita di Savoia.

La rappresentazione si è ripetuta anche ieri sera, sul lungomare Cristoforo Colombo, segnando ancora una volta l’unione tra passato e presente, incarnata dall’icona del Cristo legato alla colonna.
A prendervi parte oltre un centinaio tra attori e figuranti, che hanno animato la scena. Una leggenda che comincia nei pagliai, antiche abitazioni di un gruppo salinari. L’emblema di un piccolo mondo fatto di duro lavoro, nei campi di sale, in mare e negli arenili.

La quotidianeità del villaggio viene scossa dalla presenza di una nave e dal possibile imminente sbarco dei Turchi, famosi per le loro razzie e violenze di ogni genere. Quando il peggio sembra ormai certo, i salinari si armano di pale e fiaccole, ma una volta arrivati in riva al mare, ogni paura scompare, lasciando il posto alla commozione, quando davanti ai loro occhi si materializza il quadro del Cristo legato alla colonna, lasciato sulla spiaggia dai predatori saraceni, assieme a due campane, prima di riprendere il largo.

Una rievocazione che è al tempo stesso simbolo di religiosità e folklore e dell’immensa devozione di una comunità per il suo Santo.