Il Comune di Margherita di Savoia con Delibera di Giunta Comunale n. 105 del 28/08/2018 ha deciso di revocare il Protocollo d’Intesa sottoscritto tra Legambiente Margherita di Savoia e lo stesso Comune nel ottobre del 2015. L’Amministrazione comunale, però, inserisce nel corpo della delibera delle motivazioni assolutamente prive di fondamento.

Prima di entrare nell’analisi dettaglia e rispondere alle accuse infondate dell’amministrazione, vogliamo ringraziare le numerose persone, singoli e rappresentati di associazioni, che ci hanno contattato in questi giorni per esprimere la loro solidarietà a quanto successo. Li ringraziamo perché è la testimonianza di quanto ci siamo impegnati in questi anni e abbiamo sempre cercato di collaborare con tutti loro, affinché cittadini, visitatori e turisti potessero godere al meglio e fossero soddisfatti nel visitare non solo la Salina, ma la nostra città.

Ricordiamo, a chi fosse sfuggito, che nell’ottobre del 2015 la nostra associazione ha ereditato un centro visite in completa autogestione e stato di abbandono, dove mancava addirittura la luce nelle stanze, stanze piene di polvere, estintori scaduti, ecc. Se non fosse stato per lo spirito d’intraprendenza di alcune guide, che si sono trovate a sostituire chi era il responsabile in quel periodo (chissà chi era), il centro visite sarebbe stato dimenticato. Nel 2015 il centro visite ha contato circa 10 mila visite (gestione comunale), nel 2016 (nostra gestione), anno di assestamento e sistemazione, a circa 11.500 visitatori, nel 2017 la crescita a circa 14.500 visitatori. Ed oggi, nel 2018, solo fino al mese di agosto siamo già a 11.500 visitatori. Vogliamo precisare, a qualcuno che magari ha immaginato dei conti e ipotizzato un loro prossimo guadagno, che il 60% di queste visite è dato dalle scolaresche che hanno pagato € 3,50 (3 ore di visita). Da escludere dal pagamento i ragazzi diversamente abili e gli accompagnatori. Da escludere le scuole di Margherita, le quali hanno pagato solo il costo diretto della guida. I gruppi sopra le 15 persone pagavano € 6 adulti e € 4 i ragazzi dai 4 ai 14 anni (fino ai 3 anni non pagavano) per 2 ore di visita. I singoli pagavano € 10 adulti e € 7 dai 4 ai 14 anni per 2 ore di visita. Quindi consigliamo a qualcuno di riprendere la calcolatrice e rifare totalmente i conti, non vorremmo poi che un domani non quadrassero.

Come abbiamo avuto modo di ribadire in precedenti comunicati, non è stato sempre facile gestire il tutto a causa della moltitudine di voci ed enti attorno al quale ruota il Centro Percorsi Cultura & Natura della Salina: Comune, Atisale, Carabinieri Forestali. Spesso i contrasti tra i vari enti portavano poi ripercussioni sull’effettuazione delle visite guidate. E ci sono decine di nostre lettere protocollate al Comune di Margherita di Savoia che ne sono testimonianza, così come le riunioni fatte con i precedenti amministratori. Per non parlare dei percorsi che come una fisarmonica cambiavano a seconda di come si svegliava qualcuno. Nel 2015, forse il sindaco non ne è a conoscenza, anche se dovrebbe saperlo benissimo, i visitatori non potevano più entrare dall’ingresso principale della Salina (dalla portineria) per la zona “Salante”, ma dovevano uscire lungo la strada provinciale e raggiungere l’ingresso dalla “sbarra lupo”, solo grazie alla nostra insistenza e all’intervento dei sindacati, si è riusciti a dimostrare che le auto e i pullman scolastici non rappresentavano un pericolo e pertanto a riaprire il percorso. Per non parlare della zona naturalistica e i numerosi contrasti e denunce con i Carabinieri Forestali (tutti atti protocollati e indirizzati a chi di competenza).

Nella delibera di Giunta Comunale si cita la nota n. 13424 del Sindaco Lodispoto del 1/08/2018 (allegato 1), però non cita la nostra risposta, perché forse non gli fa comodo, ma la rendiamo pubblica noi senza problemi (allegato 2). Perché si evince palesemente la poca conoscenza che il Sindaco Lodispoto ha del proprio territorio, del Centro Visite e del Museo Storico della Salina. Tra i vari punti contestati alla nostra associazione c’è proprio la chiusura di quest’ultimo. Il Sindaco forse non era a conoscenza che il 21 settembre 2016 avevamo inviato una nota al Comune di Margherita di Savoia dove non ci prendevamo più la responsabilità di portare i visitatori all’interno del Museo, in quanto l’intonaco interno stava cadendo a pezzi (allegato 3). Ed ovviamente non avremmo mai messo in nessun modo a rischio i visitatori. Il Comune successivamente è intervento con alcuni lavori in cui è stato tolto l’intonaco ma poi è stato lasciato tutto alla deriva, nonostante nostre sollecitazioni anche nel trovare una soluzione temporanea alternativa. Alleghiamo le foto dello stato attuale del Museo, secondo cui il Sindaco avremmo dovuto portare i visitatori. Mettiamo in dubbio, si spera, che il Sindaco non conosca lo stato attuale del Museo, altrimenti sarebbe una cosa alquanto grave. Anche perché dal suo insediamento, ed anche prima, non l’abbiamo mai visto al Centro Visite e neanche al Museo nel vedere lo stato dei luoghi. Né tantomeno, come dice il Sindaco, saremmo potuti intervenire in quanto la nostra gestione del museo riguardava solo le visite e la gestione ordinaria (pulizia e piccola manutenzione) e non eravamo titolati ad intervenire con lavori strutturali straordinari, soprattutto per un Museo accreditato al MiBAC, cosa che dovrebbe ben sapere.

Ci accusa di non aver apportato mutamenti al centro visite, ed anche qui non abbiamo mai visto il Sindaco fare un sopralluogo al centro, pertanto come possa aver dedotto quanto scritto è un mistero. Se fosse vero ciò che scrive allora è frutto di un’abile magia la crescita delle visite, lo stesso il cambio dei percorsi, gli eventi organizzati in rete con Legambiente nazionale, gli open days, i laboratori, le strumentazioni nuove, e tanto altro che il Sindaco o Vicesindaco non sono degnati neanche di chiedere o venire a visionare, così come il resto dell’amministrazione comunale. Anche qui volevamo fare ancor di più nel creare nuovi servizi igienici, un parco attrezzato nello spazio verde adiacente lo stabile del centro visite, e pertanto avevamo chiesto al Comune di Margherita di Savoia, con nota ufficiale (allegato 4), di trovare l’accordo con Atisale affinché potessimo intervenire ed apportare tali cambiamenti strutturali, perché anche in questo caso l’immobile non è né di Legambiente né del Comune di Margherita di Savoia. Anche questa cosa il Sindaco avrebbe dovuta saperla.

Proprio qualche mese fa, avevamo predisposto un’importante progetto di circa 300 mila euro con partner di livello regionale e nazionale, al fine di recuperare anche altri percorsi e sentieri (vedi Sentiero Airone), attraverso il Bando Ambiente di Fondazione con il Sud, ma dopo settimane di condivisione e scrittura, Atisale, il giorno prima della scadenza, non ha più voluto dare il suo assenso e partecipazione, e senza l’adesione dell’Ente gestore non era possibile partecipare. Ed ancora una volta è venuta meno un’importante possibilità per la nostra città.

Il Comune, sempre nella delibera, dice che non c’era una scadenza nel protocollo e pertanto non era valido. Ma il Sindaco e l’Amministrazione forse non sanno che il nostro protocollo era legato al protocollo del 2007 tra Comune ed Atisale e neanche in quello c’è una durata e scadenza. Pertanto, secondo quanto detto in delibera, si deve dedurre che anche quel protocollo non è legittimo e il Comune ha gestito qualcosa che non avrebbe dovuto.

Sulla questione, invece, di chi doveva firmare il protocollo è il Presidente Regionale di Legambiente a rispondere: «Il Circolo locale era stato delegato dal Regionale Puglia a firmare direttamente il protocollo -spiega Francesco Tarantini- in quanto in possesso dei requisiti giuridici per poterlo fare. Si è ritenuto di farlo firmare direttamente al Circolo in quanto sarebbero stati loro a gestirlo e ad agire a livello locale. Inoltre il Circolo è un socio del regionale e pertanto sua emanazione territoriale. Il Sindaco avrebbe potuto contattarci direttamente e chiedere tutte le delucidazioni necessarie, ma non è stato fatto».

Ed infatti il Sindaco, vicesindaco o un delegato, non ha mai risposto o voluto avere un confronto o discussione con il Circolo, al fine di chiarire tutti gli aspetti o parlare della gestione del centro visite, neanche dopo la nostra richiesta ufficiale di incontro del 10 luglio 2017 (allegato 5). Si è svolto un incontro solo lunedì 27 agosto in seguito ad una nostra denuncia in cui, un’altra associazione, continuava a mettere a rischio sicurezza dei visitatori facendoli entrare a piedi nudi nelle vasche della Salina. In quell’incontro, in cui era presente, oltre in Sindaco Lodispoto, anche il vicesindaco Grazia Galiotta, si è perlato del caso specifico denunciato e quando si è cercato di aprire il discorso più ampiamente, il Sindaco annunciava che già era stato preso il provvedimento di revoca del protocollo. E la Galiotta subito dopo ha chiesto se fossimo soddisfatti di come avevamo gestito il centro. La risposta è stata in sintesi questo comunicato.

Noi il 14 settembre lasceremo il centro visite, ma soddisfatti di quello che in questi circa tre anni abbiamo dato a questo posto al fine di fargli riacquisire una dignità, e dalle testimonianze delle migliaia di visitatori passati, delle associazioni con cui abbiamo collaborato, degli alberghi, dei ristoranti, ci siamo riusciti. Andiamo via con la coscienza apposto e consapevoli, così come testimoniano de decine di messaggi di solidarietà giunti, che questo non è un atto di vizio formale ma di una ripicca personale, di quelli della peggiore politica, la stessa che alcuni dei consiglieri comunali ed assessori accusavano di aver subito dalla precedente amministrazione.

Andiamo via dal centro visite, ma Legambiente continuerà ad essere presente, così come lo è da ben 7 anni sul territorio, con le sue campagne, attività e lotte ambientali. Noi eravamo e continuiamo ad essere sul territorio, e non come altre associazioni “naturaliste” che fioriscono in seguito ad accordi elettorali.