Si è svolto questa mattina l’incontro richiesto dall’Alleanza delle Cooperative – settore Pesca Puglia e da Federpesca all’Assessore alle politiche agricole e della pesca Leonardo Di Gioia, al quale ha preso parte anche il contrammiraglio Giuseppe Meli, direttore marittimo di Puglia e Basilicata. Un incontro che ha visto la folta partecipazione delle marinerie pugliesi messe in ginocchio dalle norme comunitarie e dal regime delle sanzioni. L’incontro di oggi arriva in seguito alle proteste dei pescatori iniziate la scorsa settimana e ancora in corso,  stretti nella morsa delle leggi emanate da Bruxelles tarate sulla pesca atlantica piuttosto che su quella mediterranea e che richiedono anche alle piccole imbarcazioni adempimenti burocratici da flotte oceaniche come quelle del Nord Europa. A rischio la sopravvivenza dei pescatori pugliesi che chiedono a gran voce e tramite le loro rappresentanze, la modifica della legge nazionale 154 del 2016 che inasprisce le sanzioni.

Angelo Petruzzella, dell’Alleanza Cooperative, nel suo intervento si è soffermato sulla necessità di un impegno preciso e puntuale degli  organi politici ed amministrativi di questa regione nel sostenere le richiese delle marinerie pugliesi in particolare sui due principali punti: modifica della legge 154 del 2016 cioè del regime sanzionatorio per abbattere il prima possibile le sanzioni alle imprese di pesca; una regolamentazione comunitaria attenta alle specificità della pesca mediterranea.

Luigi Giannini di Federpesca  ha sollecitato invece misure di sostegno al reddito della categoria  unica a non avere ammortizzatori sociali oltre a ribadire la urgenza di una revisione delle sanzioni sproporzionate e fuori luogo.

Seconda questione posta da Giannini «è quella della parità delle condizioni: dall’altra parte dell’adriatico – chiede con fermezza – nessuno guarda quello che accade. Voi sapete qual è il piano di gestione della Croazia, è rigido come il nostro? O i sacrifici vengono chiesti solo all’Italia. Se sono condivise le risorse, perché non sono condivisi i sacrifici? La Croazia ha barche a mare ogni giorno anche il sabato e la domenica. E’ importante che anche nelle relazioni internazionali si debba avere contezza di quali siano i piani degli altri paesi».

Molto esplicito l’intervento di Nicola Parente pescatore di Mola di Bari che ha dimostrato con un esempio pratico l’incoerenza e i limiti della pesca effettuata con le reti imposte dai regolamenti comunitari. Molti sono stati gli interventi dei pescatori che hanno denunciato lo stato di sofferenza del settore anche in conseguenza di controlli troppo incisivi.

Sull’inasprimento dei controlli, il contrammiraglio Meli non è d’accordo. «Nessun inasprimento – ha ripetuto – i controlli non sono assolutamente vessatori, sono controlli che rientrano nell’ordinarietà, vengono fatti in  Puglia come nel resto d’Italia».

«C’è la necessità – ha detto l’assessore Di Gioia concludendo l’incontro – da parte della Regione di farsi carico in termini politici, delle istanze complessive dei pescatori per dare una nuova prospettiva a questo settore così importante per la nostra Regione. Si è quindi impegnato attraverso il Comitato Stato-Regioni a chiedere al Governo nazionale un intervento urgente di modifica del regime sanzionatorio che prevede oggi sanzioni sproporzionate e insostenibili per aziende che contano poche unità lavorative  e spesso sono di tipo familiare».

Al termine dell’incontro l’assessore Di Gioia, ha anche sottoscritto insieme ai Sindaci di Molfetta, Manfredonia, Margherita di Savoia, Mola di Bari, Monopoli, Gallipoli, Bisceglie e Barletta, tutti presenti all’incontro, un documento da loro proposto.

Nel documento si «sollecita gli organi dello Stato preposti ad adottare ogni qualsiasi provvedimento di natura ordinaria e d’urgenza atto a risolvere nell’immediatezza gli effetti deleteri per le Marinerie derivanti dall’applicazione del regolamento comunitario e della Legge 154/2016, al fine di evitare e prevenire le forti tensioni sociali e di ordine pubblico che il protrarsi dell’astensione delle attività sia potenziale elemento di turbativa sociale».