Alle prime ore dell’alba i Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia, con la collaborazione di un velivolo del 6° Nucleo Elicotteri di Bari e delle unità del Nucleo Cinofili di iviodugno, hanno dato esecuzione nei Comuni di Margherita di Savoia, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis e San Severo, a numerose ordinanze applicative di misure cautelare, emesse dall’Ufficio Gip di Foggia nei confronti di soggetti ritenuti responsabili di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana.

Le misure cautelari giungono al termine di due autonome attività investigative, entrambe coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia, che ha diretto le indagini. In particolare, i Carabinieri della Compagnia di Cerignola hanno dato esecuzione ad una ordinanza applicativa di misura cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Foggia, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di Cosimo Damiano Valentino, cl. ’66, Antonio Citoli, cl. ’87, Giovanni Cassanelli, cl. ’71, Giuseppe Valentino, cl. ’91, e Francesco Valentino, cl. ’70, nei confronti dei quali il Giudice ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere, nei confronti di Giuseppe Marrano, cl. ’83. per il quale è invece stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari, e infine nei confronti di D. P., cl. ’73, per la quale il Giudice ha disposto la misura del divieto di dimora nel Comune di Margherita di Savoia. Tutti i soggetti sono accusati di traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti di cui all’ars 73 co. I e 4 del D.P.R. 309/90.

L’indagine è scaturita il 5 giugno 2017. a seguito di un tentatilo di omicidio nei confronti di Cosimo Damiano e Giuseppe Valentino. Le attività investigartive immediatamente avviate da Procura e Carabinieri hanno consentito di individuare come possibile movente la gestione del traffico di sostanze stupefacenti a Margherita di Savoia. L’intuizione aveva quindi portato gli investigatori a focalizzare l’attenzione su una serie di soggetti, rivelatisi poi protagonisti di una fiorente attività di spaccio, particolarmente florida nel periodo estivo, nel comune rivierasco. Le indagini hanno quindi dimostrato, grazie soprattutto all’utilizzo di telecamere nascoste, centinaia di cessioni di sostanze stupefacenti varie: marijuana, hashish e cocaina. La “base operativa” degli indagati era l’abitazione di Cosimo Damiano Valentino, dove quest’ultimo e la moglie, Daniela Pici, custodivano la droga, a cui i pusher giornalmente attingevano per il successivo smercio, soprattutto in via Fornello, via Garibaldi, Lungomare Cristoforo Colombo, piazzetta Belvedere Valerio e via Mongelli. Gli spacciatori, dopo aver prelevato il quantitativo di droga necessario, già confezionato in dosi, lo nascondevano in parte nelle fioriere di piazza Belvedere, in parte dietro un’impalcatura posta di fronte l’ingresso della vicina spiaggia libera, ed in parte sotto la sabbia. Per gli spostamenti, i soggetti utilizzavano biciclette, con le quali potevano muoversi e confondersi facilmente tra i turisti, trasportando lo stupefacente prelevato dall’abitazione/magazzino di Valentino per soddisfare le richieste dei numerosi clienti. In alcuni casi, invece, gli acquirenti più fidati si recavano direttamente a casa. In una circostanza la droga è stata recapitata ad un gruppo di ragazzi direttamente in spiaggia. Durante l’indagine sono stati effettuati, ai fini di riscontro probatorio, sei arresti in flagranza, con il complessivo sequestro di oltre 106 grammi di cocaina, pari a 530 dosi, 670 grammi circa di hashish, pari a 5300 dosi, e 136 di marijuana. pari a 800 dosi, per un valore totale di vendita al dettaglio di circa 15.000 euro.

Di straordinaria rilevanza è il risultato ottenuto dalla “Squadra Stato” in ordine all’aspetto patrimoniale. Lo stesso G.I.P.. infatti, concordando con la richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica. ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di una serie di beni per un valore totale di circa 350.000 euro, tra cui l’appartamento di Margherita di Savoia utilizzato come base operativa, conti correnti e polizze assicurative, e due autovetture, tutti riconducibili alla famiglia Valentino, in quanto ritenuti frutto degli illeciti guadagni ottenuti con lo spaccio delle sostanze stupefacenti, essendo emersa, nel corso delle indagini. una netta sproporzione tra i redditi dichiarati e i beni invece effettivamente posseduti.