«Le primarie svoltesi nella Bat per la scelta del segretario nazionale del Pd e i componenti dell’assemblea nazionale sono state, complessivamente, positive perché sono state espressione di un voto libero. Tuttavia non si possono non citare alcuni tentativi di inquinare il voto, come a Margherita di Savoia e nella stessa Barletta. Ma ci sono tante persone, come me, che sono rimaste coerenti e si sono messe in gioco in un momento difficile per il Pd con queste primarie. Ora però bisogna lavorare seriamente, riconoscendo indiscutibilmente il segretario Zingaretti, ripartendo dalle Europee e continuando con le Regionali, per prepararsi poi alle Comunali di Barletta». Lo ha dichiarato il consigliere regionale e comunale del PD, Ruggiero Mennea, che alle primarie svoltesi il 3 marzo scorso è stato candidato a sostegno della lista Martina.
«A Margherita di Savoia gli esponenti dell’amministrazione comunale, con in testa il sindaco, sono andati a votare alle primarie, annacquandone i risultati”, dichiara Mennea. “Anche a Barletta hanno votato consiglieri comunali di maggioranza tramite amici e parenti, tentando anche qui si annacquare il risultato. Ma il partito si sta rivitalizzando e faremo di tutto per impedire che sia condizionato e inquinato da un consenso clientelare che non ci appartiene. Se qualcuno spera di impossessarsi del partito con questi sistemi ha sbagliato indirizzo».
Il consigliere regionale Pd spiega che «l’obiettivo immediato, ora, è rivedere l’assetto del partito provinciale che finora ha raggiunto risultati poco lusinghieri e dei circoli di Barletta e Bisceglie, dove si dovrà andare a congresso ed evitare l’assalto alla diligenza, al contrario di quello che è successo quando le cose non andavano bene e in molti sono andati a candidarsi altrove».
«A Barletta, io sono stato tra i pochi rappresentanti sovracomunali – rimarca – ad essere rimasto nel partito e ad essersi candidato sia alle scorse amministrative che alle primarie. Non ci potrà essere alcun collegamento con chi è andato via e ora pensa di poter ritornare a occupare il partito. A Barletta ci sforzeremo di costruire un’alternativa per le amministrative perché si avverte un’aria di tensione che non fa presagire nulla di positivo e duraturo. Io stesso – aggiunge – sono stato vittima nella recente seduta consiliare di un atto antidemocratico in violazione al regolamento del Consiglio comunale, incassando paradossalmente la solidarietà del sindaco in favore di chi ha violato, ignaro, il regolamento stesso e non di chi lo ha rispettato. Davvero pazzesco. Il rispetto delle regole sta diventando un optional».
«Ripartiamo dalla base, dai giovani – dice ancora Mennea –. Penso in particolare a quei tanti ragazzi che, in posti come Margherita di Savoia, si sono ritrovati davanti agli occhi un vero e proprio assalto da parte di chi pensa di violare le regole dei congressi altrui. Questi metodi non troveranno spazio nel nostro partito. Per il Pd deve iniziare, davvero, un’epoca nuova. Per farlo occorrono regole chiare e inviolabili. Impegniamoci tutti – conclude – a rispettarle e avanti con il nuovo Pd».
Dopo le dichiarazioni di Mennea, ecco la replica del Presidente del consiglio comunale di Margherita di Savoia, Giuseppe Napoletano:
«Premesso che intervengo nella discussione non in qualità di Presidente del consiglio comunale di Margherita di Savoia – dichiara Napoletano – ma come ex segretario sezionale del Partito Democratico, non posso che respingere con fermezza le affermazioni del consigliere regionale Ruggiero Mennea. Soprattutto mi stupisce la dichiarazione secondo cui, cito testualmente, “A Margherita di Savoia gli esponenti dell’amministrazione comunale, con in testa il sindaco, sono andati a votare alle primarie, annacquandone i risultati”. Ebbene, non capisco dove sia il problema: l’amministrazione comunale di Margherita di Savoia è sostenuta da una lista civica formata in larga parte da rappresentanti del centrosinistra ed in consiglio comunale siedono diverse persone che, come il sottoscritto o gli amici Salvatore Schiavone, Savino Tesoro, Ada Patella, Salvatore Piazzolla e Grazia Damato, da sempre aderiscono al fronte progressista. A maggior ragione lo stesso dicasi per il sindaco Bernardo Lodispoto, a proposito del quale non credo proprio si possano nutrire dubbi sulla sua storica e fiera adesione alle forze di centrosinistra. Rimango sinceramente basito di fronte a simili commenti: la rinnovata partecipazione ad un prezioso strumento di democrazia diretta come il voto per le primarie dovrebbe essere letto come un primo segnale della riscossa di un centrosinistra che sta tentando di recuperare la propria unità, in un momento molto delicato per il nostro Paese, per cercare di creare una alternativa credibile ad un governo gialloverde che sta facendo pagare all’Italia, come detto dal neo segretario Nicola Zingaretti, un prezzo enorme. Il dato dell’affluenza alle primarie, andato al di là di ogni più rosea previsione, va interpretato come un primo passo verso la ritrovata unità delle forze progressiste e non già come un modo di “annacquare” o, peggio ancora, “inquinare” il voto. Trovo le parole del consigliere Mennea tanto più incomprensibili ove si consideri che egli stesso ha puntato ad un coinvolgimento della amministrazione comunale di Margherita di Savoia spendendosi per la candidatura di Maurizio Martina. Ora mi domando: il consigliere regionale Ruggiero Mennea avrebbe adoperato gli stessi toni e gli stessi termini se il responso delle urne fosse andato incontro ai suoi desiderata? La stragrande maggioranza dei voti confluiti su Zingaretti viene da semplici cittadini simpatizzanti del PD ed in alcuni casi ex iscritti (o addirittura ex dirigenti locali) dello stesso: se questi voti fossero stati dati ad altri candidati alla segreteria nazionale del partito sarebbero stati considerati lo stesso inquinanti? Su, facciamo i seri e lavoriamo per evitare inutili polemiche che hanno creato seri danni al centrosinistra e al Partito Democratico in modo particolare. Devo purtroppo constatare come, in seno al PD, si registrino ancora troppi atteggiamenti di chiusura dettati dalle convenienze politiche del momento e che male si adattano ad un partito che dovrebbe essere inclusivo per definizione e che punta a ritrovare il suo ruolo di leadership all’interno del fronte progressista. Ma per il futuro sono fiducioso e mi dico certo che, con la guida del neo segretario Nicola Zingaretti, il Partito Democratico saprà ritrovare queste caratteristiche che fanno parte del suo DNA».