Il presidente nazionale Antonio Capacchione è intervenuto all’assemblea degli imprenditori balneari organizzata dalla Confcommercio di Foggia, che si è svolta a Manfredonia, per esaminare alcune criticità che si sono verificate ultimamente in questa località del Gargano (dal piano delle coste allo smaltimento delle alghe).

Capacchione ha illustrato l’allarmante situazione in cui si trovano i balneari:

«Le richieste di applicazione degli ulteriori quindici anni ai titoli concessori vigenti sono rimaste nei cassetti di moltissimi Comuni, nonostante le circolari applicative regionali; analogamente per le Autorità portuali dove, tra l’altro, si assiste alla latitanza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che, nonostante innumerevoli sollecitazioni del S.I.B., non ha ancora emanato alcuna circolare applicativa della legge di stabilità; è ancora in gestazione il DPCM per l’avvio della riforma del settore che doveva essere emanato entro il 30 aprile e i cui contenuti sono del tutto sconosciuti; il Parlamento boccia puntualmente tutte le proposte normative per risolvere ataviche criticità del settore: (dall’applicazione dell’aliquota IVA del 10%, come per tutte le imprese turistiche, all’eliminazione della assurda clausola del ‘salvo conguaglio’ per il pagamento dei canoni; dall’articolo 49 sulle devoluzioni senza indennizzo al superamento della distinzione fra facile e difficile amovibilità delle opere; dall’eliminazione di anacronistici pareri per le attrezzature, come quello doganale, alla semplificazione e chiarificazione delle procedure amministrative come quelle per l’accatastamento); e si potrebbe continuare.

Inutile e inascoltato ogni nostro appello in cui si rappresenta la necessità e l’urgenza del provvedimento invocato. Emblematico e illuminante il caso drammatico dei pertinenziali per i quali non è stata presa in considerazione dal Governo persino una temporanea sospensiva delle riscossioni coattive e delle procedure di decadenza delle concessioni.

A parole tutti d’accordo: nei fatti gli emendamenti che la dispongono dichiarati irricevibili, inammissibili o bocciati. È del tutto evidente che la questione balneare è completamente uscita dall’orizzonte e dall’azione politica del Governo e del Parlamento nonostante l’impegno di Autorevoli suoi esponenti che, purtroppo al momento, appaiono isolati e, comunque, non decisivi.

E questo nel mentre sia l’Antitrust (v. Relazione annuale al Governo e Parlamento del 31 marzo 2019) che la magistratura ( v. l’ordinanza di rimessione alla Consulta del 27 maggio 2019 del Tar di Venezia, per non parlare delle contrastanti decisioni del Consiglio di Stato sullo smontaggio delle opere a fine stagione), continuano ad emettere valutazioni e sentenze che non tutelano e non salvaguardano queste aziende.

L’inerzia del Governo, la latitanza del Parlamento e la fuga dalle proprie responsabilità di molti Comuni e di alcune Regioni rischiano di far pagare un prezzo altissimo sia alla balneazione attrezzata italiana che all’economia turistica del Paese.

È indispensabile che, fra gli imprenditori balneari, aumenti la consapevolezza dell’estrema pericolosità della situazione e che si intensifichi l’azione di sensibilizzazione e di pressione nei confronti delle Istituzioni affinché siano affrontati e risolti i molteplici problemi di questo importante comparto economico italiano.

Sarebbe irresponsabile e letale “abbassare la guardia” nella errata convinzione di uno scampato pericolo. I problemi dei balneari non sono alle spalle ma tutti, ancora e pericolosamente, davanti a noi.

Il Sindacato di Confcommercio continuerà nei prossimi giorni, senza sosta, l’azione sindacale di sensibilizzazione e di pressione nei confronti delle Istituzioni per passare, finalmente, dalle parole ai fatti sulla questione balneare e nel contempo porrà in essere alcune iniziative volte a sottolineare ed esaltare, proprio nel corso della stagione estiva, il ruolo e la funzione economica e sociale, per il Paese, della balneazione attrezzata italiana».