«Il 26 agosto scorso, avevamo denunciato che le Saline di Margherita di Savoia stavano passando in mano francese nel silenzio assoluto sia Governo nazionale, sia della Regione Puglia. A distanza di due mesi siamo costretti a constatare che l’inerzia, se non indifferenza delle Istituzioni locali persiste: l’assenza dell’Assessorato allo Sviluppo Economico all’audizione in quarta commissione la dice lunga su come questa vicenda non sia proprio nell’agenda della Giunta Emiliano (oppure lo è con una strizzatina d’occhio ai francesi?). Eppure stiamo parlando di un patrimonio inestimabile, anche a livello paesaggistico oltre che economico, della Puglia e della Bat, che non produce solo SALE ma anche TURISMO». E’ quanto si legge in una nota congiunta dei consiglieri regionali di centrodestra Francesco Ventola e Giannicola De Leonardis.

«L’assenza in audizione anche della società cedente, Atisale, e di quella francese Salins du Midi rende ancora più grave la situazione. Per questo avevamo auspicato che il presidente Michele Emiliano, facesse pressioni sul premier, Giuseppe Conte, ma anche sul Ministro allo Sviluppo Economico e sul Ministro del Sud per evitare che i francesi comprassero all’asta del Monte dei Paschi di Siena i debiti deteriorati che la società italiana, l’Atisale, aveva accumulato. Un’asta che presumiamo sia avvenuta senza che le Istituzioni italiane nazionali e locali siano state interpellate nonostante stiamo parlando di una concessione demaniale valida fino al 2029. E dopo? Cosa accadrà? E nel frattempo cosa accade ai 150 dipendenti? Tenuto conto che con la cessione si viene a creare un monopolio per un bene di prima necessità, con il prezzo che verrebbe imposto a livello nazionale da un unico soggetto. E occorre quindi una interlocuzione autorevole e credibile col governo centrale.

Domande che rimangono senza risposta. Un silenzio assordate che proprio non riusciamo a comprendere visto che stiamo parlando di un prodotto strategico sul piano nazionale e la Puglia ne possedeva la produzione e la gestione. Finora».