È forse meno cruenta, indossa spesso giacca e cravatta, non la si riconosce più come espressione di un solo territorio, ma la mafia è ancora oggi un male da combattere sebbene, come diceva Giovanni Falcone, è un fatto umano e come tale dovrà avere una fine. Spesso è più efficiente dello Stato tanto che nel post fase acuta della pandemia, si teme possa rafforzarsi ulteriormente.

Oggi è quindi ancora importante combattere la mafia. Bisogna farlo ogni giorno e non solo dopo episodi che suscitano rigetto e indignazione. A 28 anni esatti dalla strage di capaci che per spegnere l’azione del principale nemico della mafia, il giudice Giovanni Falcone, uccise anche sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, è necessario combattere la mafia senza aspettare l’onda emozionale di episodi tragici. Ne era convinto l’altro magistrato antimafia che ha pagato con la vita la sua lotta per la libertà dal crimine: Paolo Borsellino. Nel giugno del 1992 Borsellino arrivò a Bari: era passato quasi un mese dalla morte di Falcone, mancava un mese alla sua di morte e nell’archivio di Telesveva restano scolpite queste parole, tra le ultime pronunciate in pubblico da Borsellino.