I primi di ottobre la Gazzetta del Mezzogiorno pubblicava un articolo in cui si parlava della Asl di Foggia che, stando a quanto riportato dal quotidiano, era classificata al secondo posto, a livello nazionale, per l’attivazione del progetto Diomede. Le motivazioni della premiazione sono state diverse, a partire da meno ricoveri e più assistenza a domicilio con l’ausilio della telemedicina per arrivare all’attenzione mirata verso le persone fragili.

“Riportiamo questa notizia per dire qual è la nostra idea per migliorare la sanità, servono innanzitutto servizi per l’integrazione tra ospedale e territorio, progettazione del servizio infermieristico territoriale, dei sistemi informativi aziendali e l’offerta alla popolazione di un’assistenza di prossimità che consente di ridurre i ricoveri impropri e gli accessi al pronto soccorso. A tutto ciò è necessario aggiungere anche il coinvolgimento dei pazienti nel processo di cura, i pazienti cronici vanno gestiti con percorsi multidisciplinari, con l’utilizzo di nuovi strumenti tecnologici: scompenso cardiaco, ipertensione, diabete, insufficienza respiratoria ecc…. E non ultimo il discorso del monitoraggio dei pazienti fragili affetti da patologie croniche direttamente a casa durante la fase di sospensione delle attività programmate previste dalla Regione Puglia”, spiega Biagio D’Alberto, segretario generale Cgil Bat.

“Questo dimostra che le Usca, anello fondamentale della medicina del territorio, non sono strutture nate solo per rispondere ‘all’inverno grigio del Covid’, come scrive la Asl Bat ma devono rispondere in modo strutturale e permanente, anche per la primavera della rinascita. Come serve anche, transitoriamente, selezionare Hotel/Covid al fine di evitare la diffusione dei contagi familiari. Queste cose, nei tavoli di confronto con la Asl Bat le abbiamo sempre ribadite insieme alla creazione di un presidio territoriale di assistenza a Margherita di Savoia e al potenziamento dei presidi territoriali di Minervino Murge e Spinazzola. È necessario rafforzare subito gli organici dei Dipartimenti di Prevenzione (qualcosa in tal senso si sta muovendo) e migliorare le liste di attesa. Se il Veneto ha avuto meno morti della Lombardia, pur partendo da condizioni simili, e perché nel Veneto ha funzionato la medicina del territorio che, invece, in Lombardia è quasi inesistente a fronte, invece, di una sanità ospedaliera di eccellenza. Viviamo giornate nelle quali l’emergenza e la programmazione va aggiornata ogni 24 ore. Qualsiasi previsione può essere messa in discussione il giorno dopo. E non vorremmo certo essere nei panni di chi è costretto ogni giorno a prendere decisioni difficili in un contesto sempre più complicato. Anche noi ci associamo ai riconoscimenti ed alla bravura professionale delle due equipe delle Usca che stanno operando con straordinaria generosità. Siamo però altrettanto preoccupati dei tanti pazienti colpiti dal virus, alcuni a noi vicini, che stando a casa e non riescono a ricevere assistenza adeguata. A noi ci par di capire che le 6 nuove postazioni Usca che arriveranno serviranno a coprire anche questa falla?”, conclude il segretario generale.