Con nota n. prot. 9202 del 21/2/2023 il Ministero dell’Economia e delle Finanze, attraverso l’Ufficio XII della Direzione Legislazione Tributaria e Federalismo Fiscale che fa capo al Dipartimento delle Finanze, ha definitivamente fatto chiarezza in merito all’esposto formulato da quattro cittadini riguardo gli accertamenti Cosap (Canone per l’Occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche) emessi negli scorsi mesi dalla Andreani Tributi Srl a seguito di occupazioni di suolo pubblico effettuate abusivamente.

Riguardo il primo motivo di contestazione, secondo cui il soggetto affidatario del servizio di accertamento e riscossione non sarebbe legittimato a svolgere tale servizio per annualità pregresse alla stipula del contratto, non si rilevano motivi ostativi.

Sul secondo motivo di contestazione, concernente l’occupazione di suolo pubblico mediante fioriere che, a detta dei ricorrenti, non delimiterebbero alcuno spazio pubblico, si rileva che “detti elementi debbano essere ricompresi nell’occupazione assoggettabile al canone”.

In relazione alla contestazione secondo cui “i cittadini non hanno la possibilità di difendersi dinanzi la Commissione tributaria”, si rammenta che – considerata la natura patrimoniale del Cosap – le relative controversie appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario e non di quello tributario.

A proposito dell’affermazione secondo cui il Comune non sarebbe legittimato ad emettere atti di accertamento esecutivo per la riscossione del Cosap, viene sottolineato che la Legge 160 del 27.12.2019 art. 1 comma 792 dispone espressamente che l’emanazione dell’avviso di accertamento esecutivo è finalizzato anche alla riscossione delle entrate patrimoniali, pertanto il Comune è perfettamente legittimato a svolgere tale attività.

In ordine al fatto che i contribuenti ritengono illegittima la pretesa del canone essendo stata accertata un’occupazione effettuata cinque anni prima, si precisa che, trattandosi di un canone permanente (che va quindi versato con cadenza periodica), si applica la cosiddetta “prescrizione breve” di cinque anni stabilita dal n. 4 comma 1 art. 2948 del Codice Civile ed è pertanto legittima la richiesta di pagamento delle somme maturate e non pagate da cinque anni a questa parte.

Infine, riguardo la contestazione secondo cui l’emissione degli atti di accertamento esecutivo sarebbe stata preceduta da un verbale redatto da pubblico ufficiale non competente in materia in contrasto con quanto previsto dal regolamento comunale, si rileva che per le occupazioni abusive permanenti (come nel caso in oggetto delle fioriere) non vi è necessità di procedere alla redazione di un processo verbale, che è invece obbligatoria per le occupazioni a carattere temporaneo: distinzione – si precisa – “peraltro ben evidenziata dal Comune nella propria richiesta”.

«Il parere emesso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze – commenta il Sindaco di Margherita di Savoia – sgombra definitivamente il campo dalle illazioni, dagli attacchi strumentali e molto spesso scomposti e dalle speculazioni da propaganda elettorale di infimo livello che ci sono state rivolte in questi mesi. Siamo stati accusati dai firmatari di questi esposti e dal loro “suggeritore” di essere stati forti con i deboli e deboli con i forti, di aver messo le mani nelle tasche dei cittadini, di aver violato il regolamento comunale, di non tutelare gli interessi pubblici, di slealtà e di mille altre nefandezze ma alla fine è emersa la verità e, dopo l’archiviazione disposta dal Garante del Contribuente, anche il MEF non ha potuto fare altro che riconoscere la legittimità del nostro operato – e, di conseguenza, della società affidataria – dandoci ragione su tutta la linea. Voglio inoltre precisare che il canone di occupazione è stato regolamentato dalle precedenti amministrazioni e che inoltre noi, proprio per venire incontro ai cittadini, abbiamo concesso la possibilità di ridurre le sanzioni sino a un terzo del loro importo. Quello che davvero è inaccettabile è che, a fronte della maggior parte dei cittadini che dichiarano e pagano il dovuto o hanno provveduto a regolarizzare la loro posizione, vi sono ancora alcuni “furbetti” che da anni evadono sistematicamente, che si tratti di Imu, Tarsu/Tari, Tasi o Cosap. E alla fine la loro elusione ricade sulle spalle dei cittadini che invece fanno regolarmente il loro dovere: è questo comportamento scorretto che significa davvero mettere le mani nelle tasche dei salinari. Spero che, fatta chiarezza anche su questa vicenda dopo quella riguardante fanghi e acque madri che ci ha visti confortati dall’autorevole parere dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, si possa tornare quanto meno ad un livello di discussione civile e non improntato all’insulto, agli attacchi personali e agli schizzi di fango per evitare che la prossima campagna elettorale possa assumere toni esasperati».