Frate Giovanni Salvatore Maria Cafagna ha pronunciato la sua Professione Semplice nell’ordine dei Domenicani. Dopo il periodo di noviziato il giovane frate di Margherita di Savoia ha promesso povertà, castità e obbedienza davanti: «a Dio e ai superiori», come ha lui stesso affermato. Coi voti ha assunto il nome religioso che è composto dal suo nome di battesimo (Giovanni) più i nomi del Santissimo Salvatore, protettore della sua città d’origine a cui è molto legato, e della Madonna a cui i domenicani sono devoti a partire dai tempi del loro fondatore, San Domenico di Guzmán. A 22 anni il domenicano ha compiuto una scelta che definisce in linea con «un progetto divino» che la vita gli ha riservato. «Il Signore – ha affermato il frate – entra nella vita di ciascuno in punta di piedi, senza mai essere distruttivo come un carrarmato. Lui sa quando entrare e come farlo. La sua presenza sconvolge gli uomini ma in senso positivo, perché dona loro la sua grazia». Frate Gianni, come lo chiamano gli amici, è un figlio della comunità salinara cresciuto nella parrocchia del Santissimo Salvatore , dove dai tempi della scuola elementare ha prestato il servizio all’altare col gruppo dei ministranti. Lo scorso 3 settembre, nel santuario della Madonna dell’Arco a Sant’Anastasia in provincia Napoli, ha risposto a quella che lui definisce: «la chiamata del Signore».

La vita di frate Giovanni si basa sui canoni dell’ordine domenicano, sull’esempio del santo fondatore: la vita comune, la preghiera, lo studio, la predicazione e l’osservanza delle regole. Lui di esperienze sul campo ne ha già fatte. Racconta della predicazione fatta alle prostitute nelle zone della periferia di Napoli. «Predicare – ha testimoniato il frate -, vuol dire portare la presenza di Gesù dove ci sono persone sfruttate e costrette a vendersi sul ciglio di una strada. Io e altri ragazzi che erano con me in convento, oltre a pregare per quelle donne direttamente in quei posti, abbiamo portato loro: cibo, acqua e una parola di conforto umano». Adesso il giovane domenicano, ormai vestito con tonaca bianca e cappa nera come vuole la tradizione, inizierà gli studi presso il Convento Patriarcale di San Domenico a Bologna. «Sono felice della mia scelta – ha concluso frate Giovanni -. Gesù precisa che ciascuno di noi non è del mondo ma ci ha mandati nel mondo. Questo sta a indicare che anch’io sento la mancanza di tutte le realtà che potrebbe vivere un ragazzo di 22 anni, ma io ho lasciato che il Signore entrasse a piccoli passi nella mia vita e tracciasse la strada da percorrere. Una strada che mi ha appagato appieno».