Un viaggio nel rock progressivo, quella branca del rock nata dalla musica psichedelica degli anni ’60 e che col tempo si è sempre più perfezionata. Gli artisti erano Savino Detto, Nicola Mansi, Francesco Covertini, Emanuele Gargano, Raffaele Riefoli, Sabino Zaccaro che hanno suonato e cantato le opere di Roger Waters, David Gilmor, Richard Wright, Nick Mason. In altre parole gli Heart Mother hanno interpretato i Pink Floyd. La band salina ha regalato una performance in pieno stile floydiano ai propri fans a Margherita di Savoia in pieno centro, in una location che sembrava quasi realizzata per ospitare i concerti con il Torrione che faceva da cassa di risonanza alla musica. «La passione verso David Gilmor mi accompagna si da quand’ero bambino – ha affermato Riefoli, voce e chitarra del gruppo -. Le sue esibizioni live sono state fonte di ispirazione per me. Io ritengo Gilmor un esempio sia come chitarrista che come persona. Appena si è presentata l’occasione, ho accettato di entrare a fare parte del gruppo».

La scaletta della serata ha racchiuso un po’ un’era musicale lunga 30 anni (i Pink Floyd sono stati attivi come gruppo dal 1965 al 1995) con brani che hanno tracciato un percorso storico da Waters a Gilmour. La serata si è aperta col brano “In the Flash?” tratto da “The Wall” del 1979, uno degli album più celebri della storia della musica. Dello stesso album hanno eseguito “Another Brick in the Wall”, il brano più famoso della band britannica, “Comfortably Numb” e “Run Like Hell”. A seguire “Money” dell’album “The Dark Side of the Moon” del 1973, “Coming Back To Life” di “The Division Bell” album del 1994 e “Dogs of War” tratto dall’album “A Momentary Lapse of Reason” pubblicato nel 1987. Hanno concluso il concerto “Shine On You Crazy Diamond” e “Wish You Were Here” che dà il nome allo storico album del 1975.