Sette campionamenti su ventinove eseguiti lungo le coste pugliesi risultano fuori dai limiti di legge e, di questi, cinque sono “fortemente inquinati”. Nel mirino ci sono sempre canali e foci che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati come nel caso della foce del torrente Candelaro a Manfredonia, foce Canale Reale a Carovigno, foce canale contrada Posticeddu, sul litorale Apani, a Brindisi, presso il canale di scarico di Marina di Leuca a Castrignano del Capo, e a Marina di Lizzano, alla foce del fiume Ostone, punti risultati fortemente inquinati. È questo in sintesi l’esito del monitoraggio svolto lungo le coste pugliesi dall’equipe tecnica di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane (realizzata anche grazie al sostegno del CONOU, Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati, e dei partner Novamont e Ricrea (Consorzio nazionale riciclo e recupero imballaggi acciaio), presentata questa mattina in conferenza stampa a Bari da Francesco Tarantini, presidente Legambiente Puglia, Katiuscia Eroe, Portavoce Goletta Verde, alla presenza di Giovanni Giannini, Assessore Infrastrutture e Mobilità Regione Puglia,Vito Colucci, Direttore Generale Autorità Idrica Pugliese, Vito Bruno, Direttore Generale Arpa Puglia, e Contrammiraglio Giuseppe Meli, Direttore marittimo della Puglia e della Basilicata ionica.

PUG31_BAT_Margherita di Savoia_Spiaggia presso lungomare Colombo (11)-minCinque i punti in particolare campionati nella provincia Bat, di cui uno “inquinato”, a Barletta, Litoranea di Ponente, spiaggia a sinistra del porto di Barletta. A Trani in località Boccadoro, allo sbocco della vasca di Boccadoro, i tecnici di Goletta Verde hanno effettuato un prelievo aggiuntivo vista la presenza del progetto di riqualificazione dell’area umida, che ha evidenziato alcune criticità per le quali sono stati chiesti alle istituzioni competenti ulteriori approfondimenti. Entro i limiti, invece, il risultato del prelievo effettuato a Trani, in località Matinelle, presso il molo a destra sulla spiaggia Matinelle; a Margherita di Savoia, nella Riserva Naturale di Salina, alla foce del torrente Carmosina, e sulla spiaggia presso lungomare Cristoforo Colombo; a Bisceglie, Salsello, sulla spiaggia lungomare incrocio Mauro Dell’Olio.

Sono 185, invece, gli impianti di depurazione a servizio degli agglomerati pugliesi, di cui 182 gestiti da Acquedotto Pugliese e 3 gestiti direttamente dai comuni. La scarsa disponibilità idrica superficiale naturale condiziona fortemente la tipologia dei recapiti finali nella nostra regione. Questo comporta che solo il 7% dei recapiti finali dei depuratori è costituito da corpi idrici superficiali, il 75% è costituito da lame e altri corsi d’acqua effimeri/episodici o dal suolo (attraverso trincee drenanti) e il 16% recapita amare. Dal monitoraggio effettuato dall’Arpa Puglia nel 2017 (2.438 controlli) emerge che sono scesi a 32 gli impianti di depurazione che nel 2017 hanno presentato una non conformità alla Direttiva comunitaria (91/271) sul trattamento delle acque reflue urbane. Di questi: 14 avevano lavori in corso tali da rendere plausibile un decremento dell’efficienza depurativa (Galatone, Cerignola, Molfetta, Ruvo-Terlizzi, Santeramo in Colle, Andria, Bisceglie, Bitonto, Stornara, Lizzano, Faggiano, Lucera 1, Manfredonia, Vieste). Dei restanti 18, su 6 sono stati già programmati interventi di adeguamento/potenziamento (Monte Sant’Angelo B, Ascoli Satriano, Bari Ovest, Gioia del Colle, San Severo, San Ferdinando di Puglia), su 2 è prevista la dismissione (Casamassima Vecchio, Manduria Vecchio) per i restanti 10 (Carmiano, Orsara di Puglia, Apricena, Castelluccio dei Sauri, San Marco la Catola, San Paolo di Civitate, Sant’Agata di Puglia, Serracapriola, Vico del Gargano, Grottaglie-Monteiasi) si provvederà con la manutenzione straordinaria in attesa di definire la copertura finanziaria per gli interventi di adeguamento e/o potenziamento.

Tra i fattori che possono inficiare il processo depurativo degli impianti ci sono anche gli scarichi anomali (arrivi impropri di acque meteoriche, di vegetazione e di natura lattiero-casearia). In diminuzione il numero degli impianti più frequentemente soggetto a scarichi anomali: dai 35 dello scorso anno si è passati a 30. Nell’ultimo biennio 2016-2017, sono stati investiti complessivamente nel settore della depurazione 140 milioni di euro. L’attuale programmazione prevede 198 interventi infrastrutturali volti al miglioramento complessivo del comparto depurativo tra adeguamento, potenziamento della capacità di trattamento e abbattimento delle emissioni odorigene. Di questi, 47 risultano ultimati, 19 in esecuzione e 132 in fase di progettazione.