Una mostra itinerante organizzata dall’Esercito Italiano a Margherita di Savoia per ricordare la Grande Guerra, come la chiamano gli storici, cioè il primo conflitto che vide coinvolte tutte le maggiori potenze mondiali del tempo. Un conflitto a cui l’Italia prese parte circa anno dopo rispetto alla dichiarazione di guerra da parte dell’Impero Austroungarico nei confronti del Regno di Serbia, ma il suo ruolo fu determinante. La Puglia, in particolare, fu uno scenario importante coi suoi porti, punti strategici a livello nazionale, come quelli di Bari, Brindisi, Otranto e Taranto. Una pagina di storia spesse volte trascurata ed erroneamente considerata meno importante del conflitto che scoppiò 21 anni dopo, ma scritta da tanti ragazzi che scesero in trincea per una guerra che l’Italia nel giro di un anno poi decise di combattere. «In quel tempo su una popolazione di 36milioni di abitanti in Italia – ha affermato il Generale Mauro Prezioso, Comandante del Comando Militare Esercito Puglia -, circa 5 milioni furono chiamati alle armi. Quindi ogni famiglia fu toccata da questo grande momento. L’Esercito Italiano fu protagonista della Grande Guerra. Chiaramente oggi come Esercito abbiamo voluto dare molta attenzione a questo evento con delle mostre che ricevono un gran numero di visitatori».

L’appuntamento è fissato all’inizio del prossimo anno e vedrà soprattutto la partecipazione degli alunni delle scuole di Margherita. Adesso si sta attraversando una fase programmatica in cui verrà individuata innanzitutto la struttura in cui allestire la mostra che vedrà esposti i cimeli, molti prestati da collezionisti privati, che racchiudono la storia di ogni singola giornata vissuta da militari e civili dal 1914 al 1918, in un conflitto che ridisegnò radicalmente la cartina dell’Europa. «Un appuntamento storico-culturale che serve a fare conoscere ai giovani i valori della vita come l’onestà, il sacrificio, la volontà e la fede – ha commentato il sindaco Paolo Marrano -. Oltre un secolo fa i nostri militari, i nostri fanti, i nostri avieri, i nostri marinai hanno combattuto contro il nemico per acquisire i territori italiani. Molte volte i ragazzi non comprendono perché i più anziani cercano di difendere e proteggere la memoria storica. Attraverso la conoscenza della storia, compito della scuola, della famiglia e delle istituzioni, loro potranno capire che i caduti in guerra non sono morti invano. Uomini che col sacrificio della loro vita, bene più grande, hanno contribuito alla nascita della pace, della democrazia e allo sviluppo del nostro Paese».